E' composta da 5 episodi: due incentrati su Kain (Blood Omen I-II), due su Raziel (Soul Reaver I-II) e uno sul loro decisivo incontro (LoK: Defiance).
Vi riporto la trama che è riportata sul libretto di quest'ultimo gioco, ma che riassume gli altri.
CITAZIONE
LA STORIA DI NOSGOTH
I Pilastri
Nei secoli antecedenti la nascita di Kain, la regione, Nosgoth, era protetta da un’oligarchia di stregoni, conosciuti come il “Cerchio dei Nove”. Questi guardiani avevano giurato di servire e proteggere i Pilastri di Nosgoth (l’antico edificio che sovrastava la terra, testimone della misteriosa forza che proteggeva e donava energia vitale alla zona). Ma nel Cerchio si erano infiltrate delle forze oscure e Ariel – il guardiano dell’equilibrio – fu uccisa brutalmente. Il delitto causò attacchi psichici a tutto il Cerchio. Nella confusione, gli stregoni sopravvissuti si votarono al male: avvelenarono la regione con i propri incantesimi e abbandonarono i Pilastri, diventando delle silenziose sentinelle decadenti.
Il Destino
Kain nacque in questo mondo morente. Figlio di una famiglia aristocratica di Nosgoth, egli visse l’esistenza privilegiata dei nobili, ignaro del proprio destino: sin dalla nascita, era stato predestinato per essere il successore di Ariel e divenire il nuovo Guardiano dell’Equilibrio. All’oscuro del proprio fato, l’ambizioso ma indisciplinato Kain errava per la regione. Durante una delle sue passeggiate, fu vittima di un agguato e fu ucciso, crudelmente impalato sulla spada del suo assassino.
Il Patto Diabolico
Strappato all’oblio dal negromante Mortanius, Kain si risvegliò sotto terra, ancora trafitto dalla spada del nemico. Tormentato dalla sete di vendetta, egli accettò l’offerta del negromante, ignorando quale sarebbe stato il prezzo spirituale da pagare: risorgendo dalla bara, si accorse di essere stato trasformato in un vampiro. Kain rintracciò in fretta i propri assassini e riscosse il proprio tributo di sangue. Quindi, si mise a cercare una cura per la propria condizione di vampiro. Guidato da Mortanius e dal fantasma di Ariel (legata indissolubilmente ai pilastri che aveva giurato di servire) Kain si mise alla ricerca di tutti gli stregoni corrotti, che stavano avvelenando Nosgoth. Solo con la loro morte, i pilastri potevano essere ripristinati (e solo restaurando l’equilibrio, Kain si sarebbe potuto liberare dalla propria maledizione). Dapprima riluttante a vivere l’orrore di un’esistenza caratterizzata dalla sete di sangue umano, presto Kain si adattò alla nuova condizione e scoprì che, man mano che abbracciava l’immortalità, all’interno della propria anima oscura cresceva un profondo disprezzo per l’umanità. Durante la propria avventura, Kain scoprì e reclamò il possesso della mietitrice d’anime (un’antica lama) e si imbattè (non del tutto casualmente) in una macchina tessitrice del tempo creata da Moebius, il Guardiano del Tempo.
La Storia Fragile
Andando contro i suggerimenti dell’antico vampiro Vorador, Kain si ritrovò immischiato in eventi umani, coinvolto nella sanguinosa battaglia tra l’armata della speranza di Ottmar e lo spietato esercito invasore di Nemesis. Quando le sorti della battaglia cambiarono, Kain utilizzò la propria unica via di fuga, la macchina tessitrice del tempo, tornando indietro di 50 anni del passato di Nosgoth. Sperando di modificare il corso della storia, Kain assassinò il giovane re William il Giusto, che sarebbe divenuto il diabolico tiranno conosciuto con il nome di Nemesis. Saziatosi del sangue della vittima, Kain tornò al presente per scoprire che l’omicidio dell’amato re aveva iniziato una guerra genocida contro i vampiri, guidata dallo stesso Moebius. Al suo ritorno, Kain scoprì il futuro che aveva creato: il trionfante atto finale dello spietato piano di Moebius. Vorador, l’ultimo vampiro rimasto dell’epoca era stato ghigliottinato e la sua testa era esposta ad una folla festante e assetata di sangue. Kain era l’unico vampiro sopravvissuto in tutta Nosgoth.
Il Dilemma Fatale
Ritrovatosi al punto di partenza della sua avventura, Kain scoprì quale fosse il proprio destino, che Mortanius e Ariel gli avevano nascosto: lui era il guardiano dell’equilibrio e solo sacrificando la propria vita avrebbe potuto ricostruire i Pilastri. Ariel lo costrinse a prendere una decisione critica: sacrificarsi per salvare la regione, causando però l’estinzione dei vampiri, o rifiutare il sacrificio, consolidando la rovina del mondo. Disgustato dalle macchinazioni degli stregoni, e privo oramai della propria umanità, Kain scelse la seconda via: condurre il mondo alla rovina, invece di condannare se stesso all’oblio. Questa decisione apocalittica completò la distruzione dei Pilastri: le maestose colonne crollarono sotto il peso della maledizione di Kain e Ariel fu condannata a vagare incessantemente intorno alle macerie, finchè non fosse ristabilito l’Equilibrio.
L’Impero di Kain
Kain giunse alla conclusione che le parole di Vorador erano giuste: il vampirismo non è una condanna, ma un privilegio. I vampiri sono dèi oscuri, il cui compito è decimare il gregge umano. Volutamente ironico, Kain decise di innalzare la propria reggia sulle rovine dei pilastri, utilizzando il pilastro dell’Equilibrio come base per il proprio trono. In un gesto di calcolata blasfemia, depredò l’antica tomba dei sacerdoti Sarafan, un ordine di fanatici sacerdoti-guerrieri che giurarono di sradicare la piaga dei vampiri da Nosgoth. Dai cadaveri essiccati di questi cavalieri, Kain creò sei “figli” vampiri, che divennero i luogotenenti del suo neonato impero. In seguito, però, Kain comprese che i Pilastri non erano solo un edificio umano: le loro condizioni erano legate indissolubilmente a quella della regione; non essendo ricostruiti, la distruzione si diffuse lentamente come un veleno, trasformando l’impero in un regno d’irrimediabile devastazione.
Condannato
Invece di evolversi lentamente, i vampiri furono oggetto di una metamorfosi accelerata, entrando in un sonno dal quale si svegliarono profondamente mutati. Quando Raziel, il principale luogotenente di Kain, raggiunse la sua ultima evoluzione (un paio d'ali da pipistrello), Kain rispose con un atto di apparente egoistico sadismo: dopo aver strappato le ali dalla schiena di Raziel, lo gettò nel Lago dei Morti, dove avrebbe bruciato per sempre dalle fiamme dell’Abisso. Raziel iniziò l’infinita caduta, mentre la sua carne si dissolveva, bruciata dalle fiamme bianche. Dopo un’eternità di tormento, il suo corpo distrutto trovò riposo; man mano che il dolore cessava, egli si rese conto che non solo era sopravvissuto alla caduta, ma era giunto al centro esatto degli Inferi. Come Kain prima di lui, Raziel fu salvato dall’oblio da un misterioso benefattore: un’antica divinità sovrannaturale dimorante nelle profondità dell’Abisso, che trasformò Raziel in un divoratore d’anime e lo rimandò sulla terra, per vendicarsi.
Vendetta
Raziel, divenuto l’angelo della morte dell’Anziano, tornò in superficie, per scoprire che, inspiegabilmente, erano passati secoli dalla sua esecuzione. L’impero di Kain era in rovina. Raziel fu attaccato dalla progenie degenerata dei suoi antichi fratelli che, nel corso degli anni, si era involuta fino ad assumere forma mostruosa. Per nulla scoraggiato da queste rivelazioni, Raziel cercò Kain attraverso la terra devastata di Nosgoth, spinto da due tipi di sete: quella di vendetta e una nuova; non di sangue umano ma di anime di vampiri. Kain, in ogni caso, aveva altri piani per Raziel. Apparentemente non sorpreso dal ritorno del suo ex luogotenente, lo attirò lungo il percorso della vendetta: lo fece combattere contro i suoi mutati fratelli e, in un fatale confronto ai Pilastri, gli scagliò contro la mietitrice d’anime. L’antica lama, creduta indistruttibile, vibrò quando Kain cercò di usarla contro Raziel. La facoltà di divorare le anime, racchiusa nella lama, fu rilasciata e si legò indissolubilmente a Raziel, diventandone l’arma simbiotica. Kain non sembrò sorpreso, bensì stranamente soddisfatto, da questo risultato stupefacente, e condusse Raziel ancora più a Nord, fino al confronto finale della sala cronoplastica abbandonata di Moebius.
La storia continua…
Spinto dalle visioni fatalistiche rivelate nelle sale di Moebius, Kain attivò il portale temporale che avrebbe proiettato lui e Raziel indietro di secoli nella storia di Nosgoth. Il libero arbitrio, pensava Kain, è un'illusione. I loro destini erano intrecciati in modi che Raziel non aveva neppure iniziato ad intravedere.
, Legacy of Kain
crudeleee